Solo ora capisco molte cose. Una su tutte il senso di inutilità che mi generava la vita degli altri. In fondo, sono solo “altri”. Capisco davvero la dimensione spazio e il concetto tempo. Capisco, anche quello che non so, ora lo capisco. Un senso di assoluta certezza di fronte al tutto, inteso come pieno e non più come immensità da riempire. Capisco l’importanza delle parole, soprattutto di quelle non dette. Non sono più alcune le cose che capisco ma tutte. Capisco che Dio non esiste ma è sempre esistito dentro di me, capisco che anch’io sono Dio. Capisco che non svilupperò più concetti come: dubbio, possibilità, errore, incertezza, vuoto, inadeguatezza.
Capisco l’assoluta ricchezza della povertà sensitiva in cui mi trovavo. Capisco solo ora il mondo che non ho più, e di questo “solo ora” ne capisco il perché.
Capisco, ora che sono morto, il senso del mio vivere.
Capisco l’assoluta ricchezza della povertà sensitiva in cui mi trovavo. Capisco solo ora il mondo che non ho più, e di questo “solo ora” ne capisco il perché.
Capisco, ora che sono morto, il senso del mio vivere.