Spesso mi capita di non riuscire a dormire. Bugia: non mi capita spesso, soffro d'insonnia, insonnia e gastrite, mi succede sempre. Non dormo mai. Quando non dormire diventa una regola hai due strade: impazzire al ritmo di tic isterici e calmanti di varia natura, oppure usare l'insonnia a tuo vantaggio. Come? Cercando di guidare la follia dei pensieri notturni verso sentieri di piacere. Arrivare a quei pensieri e' un percorso torbido, fatto di te stesso e di altri. Bugia due. Gli altri sono una, Lei.
Averla accanto e' già qualcosa, ti permette di osservarla, scrutare la sua pace, il suo essere la tua consapevolezza, il profilo del viso su cui ami far scivolare gli occhi quasi cechi nell'oscurità della stanza. In una parola, Lei.
Senza Lei è ancora più difficile, il volo diventa ampio ed in mezzo c'e' sempre un oceano, si un oceano, un cazzo di maledetto oceano. Le travi del soffitto sono tredici, il lenzuolo e' ruvido al tatto e la coperta pesa e tira sulle punte dei piedi, in fondo, dove pensandoci bene ho messo la testa solo una volta, mentre facevo l'amore. Mentre facevo l'amore con Lei. Lei che la mattina si stropiccia gli occhi e mi guarda tenendoli socchiusi. Scivola con la testa sul cuscino e la infila sotto il mio braccio, appoggia la guancia e l'orecchio destro sul mio cuore, lo sente battere, credo, immagino, mi piace pensare. Lo sente battere per qualcosa, per uno scopo, per Lei. Si, Lei dorme a sinistra, io a destra, vicino alla porta, la porta per andare in bagno. Perché soffro d'insonnia, d'insonnia e gastrite, per cui la notte vado al bagno, accendo la luce dello specchio e mi guardo, dritto negli occhi, finché quello che sta dall'altra parte mi costringe a smettere. Poi torno a letto. Questo è il cazzo d'oceano da attraversare tutte le notti, Lei è l'isola deserta, quella che se sei fortunato ti salva durante il naufragio. Lei è l'isola deserta che non c'è sulle mappe. Io soffro d'insonnia, d'insonnia e gastrite e anche sta notte mi toccherà navigare e guardarmi negli occhi.